Sopra: l'«Albero della Vita» della Kabbalah con le sephitot, le dieci emanazioni divine.
Le origini pagane 1 A seguito della divisione di Israele e della cattività assira delle tribù settentrionali, il regno meridionale di Giuda adottò le tradizioni pagane dell'antica nazione di Babilonia. Queste tradizioni, con i loro rituali associati - che includevano il sacrificio umano - provocarono il giudizio di Dio sul regno meridionale, giudizio che il profeta Geremia predisse inutilmente agli ebrei per un periodo di quarant'anni. I babilonesi distrussero Gerusalemme in tre tappe, dal 605 al 586 a. C., l'anno in cui il Tempio di Salomone fu distrutto e gli ebrei sopravvissuti condotti in prigionia. Durante la cattività babilonese, il profeta Ezechiele continuò a biasimare Giuda per la sua apostasia dal Dio d'Israele e per la sua relazione amorosa con Babilonia. Notate, nel passo che segue, l'ammirazione degli ebrei per le immagini dei ricchi prìncipi babilonesi, brillantemente vestiti: «Ma essa (Gerusalemme) moltiplicò le prostituzioni. Vide uomini effigiati su una parete, figure di caldei, disegnati con il minio, con cinture ai fianchi, ampi turbanti in capo, dall'aspetto di grandi capi, rappresentanti i figli di Babilonia, originari di Caldea: essa se ne innamorò non appena li vide e inviò loro messaggeri in Caldea. I figli di Babilonia andarono da lei al letto degli amori e la contaminarono con le loro fornicazioni ed essa si contaminò con loro finché ne fu nauseata. Poiché aveva messo in pubblico le sue tresche e scoperto la sua nudità, anch'io mi allontanai da lei come mi ero allontanato dalla sorella» (Ez 23, 14-18). Inoltre, il regno di Giuda prese in prestito la sua adorazione partendo dal modello dei babilonesi di cui si era innamorato. Dunque Gerusalemme si infatuò dei caldei. Ezechia stesso si era compiaciuto delle lusinghe del re di Babilonia e si complimentò con i suoi ambasciatori davanti alla vista di tutti i suoi tesori (Is 39, 2). E le compiacenze aumentarono (v. 14); Gerusalemme si invaghì dei ritratti dei capitani babilonesi (vv. 15, 16), strinse un'alleanza con quel regno, lo invitò a stabilirsi a Gerusalemme, pensando probabilmente che i caldei avrebbero migliorato il genio della nazione ebraica rendendolo più garbato; ma i giudei presero per modello anche le loro immagini, i loro altari e i loro templi, e si avvalsero di queste cose nella loro adorazione. Dunque Gerusalemme cadde nell'iniquità a causa delle sue contaminazioni (v. 17), e scoprì la sua forte inclinazione all'idolatria (v. 18). Antico bassorilievo che mostra gli ebrei condotti in prigionia a Babilonia. Una dottrina segreta Secondo due fonti autorevoli, Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), la fondatrice della Società Teosofica, e la Jewish Encyclopedia, gli ebrei acquisirono anche dai caldei le loro dottrine di misticismo orientale. Più tardi, esse furono sviluppate in un compendio scritto della letteratura esoterica noto come Qabbalah (o Kabbalah) ebraica, e nel Medioevo come Cabala latina. Ecco cosa scrive in merito la Blavatsky: «"Kabalah ebraica": la saggezza nascosta dei rabbini israeliti del Medioevo derivante dalle più antiche dottrine segrete concernenti le cose divine e la cosmogonia, che fu combinata in una teologia dopo la prigionia degli ebrei a Babilonia. Tutte le opere comprese nella categoria esoterica sono state chiamate "cabalistiche"» 2. Scrive l'assirologo francese François Lenormant (1837-1883) nella sua opera Chaldean Magic: Its Origin and Development (1877): «L'idea pitagorica dei poteri creativi dei numeri e delle lettere su cui si fonda il "Sefer Yetzirah", già nota ai tempi dei rabbini tannaitici (I-II secolo) [...], era una vetusta concezione cabalistica. Infatti, la credenza nel potere magico delle lettere formano il Tetragrammaton (il sacro nome di Dio; N.d.T.) e gli altri nomi della divinità [...] sembra essere stata originata nell'antica Caldea» 3. ). «Qualunque cosa fosse la Kabbalah teurgicica [...], rimane il fatto che Abramo, e non un eroe talmudico come Akiba, si presenti in chiusura dello "Sefer Yetzirah" come il possessore della Saggezza dell'Alfabeto, il che indica un'antica tradizione, se non l'antichità del libro stesso [...]. Tutto il sistema dualistico di poteri buoni e malvagi, che risale prima al zoroastrismo e in seguito all'antica Caldea, può essere tracciato attraverso lo gnosticismo, influenzato dalla cosmologia della Kabbalah antica e da quella medievale [...]. La condensazione graduale di una sostanza primitiva in una materia visibile, una dottrina fondamentale della Kabbalah, è [...] alla base della concezione semitica di un "oceano originario", conosciuto presso i babilonesi come "Apsu" 4, e anche presso gli gnostici» 5.
La tradizione religiosa caldea che fu abbracciata dagli ebrei apostati durante la loro cattività a Babilonia è stata tramandata oralmente alle generazioni successive. Secondo la Blavatsky, questi disseminatori della tradizione caldea nei pochi secoli prima di Cristo erano noti come Tanaim: «"Cabalista". Da Q B L H, Kabala, una tradizione non scritta o orale. Il cabalista è uno studioso della "scienza segreta", che interpreta il significato ignoto delle Sacre Scritture con l'aiuto della Kabala simbolica [...]. I Tanaim furono i primi cabalisti fra gli ebrei; essi apparvero a Gerusalemme all'inizio del III secolo prima dell'era cristiana [...]. Questa dottrina segreta è identica alla saggezza persiana, o "magia"» 6. Il dizionario definisce la Cabala latina medievale come derivante dalla parola ebraica «qabblâ» che significa «dottrina ricevuta, tradizione, da "qibbl", ossia "da ricevere"». Secondo la Jewish Encyclopedia, i cabalisti affermano di avere ricevuto queste tradizioni orali non dagli antichi caldei, ma dai Patriarchi e dai Profeti «attraverso il potere dello Spirito Santo. Originariamente, la Kabbalah comprendeva tutto il sapere tradizionale, contraddistinto dalla Legge scritta (Toràh), e perciò incluso il profetico e agiografico libro della Bibbia che si suppone sia stato "ricevuto" attraverso il potere dello Spirito Santo piuttosto che come scritture provenienti dalla mano di Dio [...]. Ogni dottrina "ricevuta" venne dichiarata tradizione dai Padri [...], e si può far risalire ai Profeti o a Mosé sul Sinai [...]. La caratteristica principale della Kabbalah è che, diversamente dalle Sacre Scritture, è affidata solamente a pochissimi eletti». Il sacro Tetragrammaton (YHVH). Destinata a pochi eletti A causa della sua natura eretica, la Kabbalah non venne generalmente diffusa tra gli ebrei, ma rimase la «scienza segreta» degli israeliti «eletti». Che è come dire che solo certi ebrei furono ritenuti degni di poter comprendere gli insegnamenti nascosti nella Toràh scritta e, attraverso tecniche mistiche, di entrare in contatto diretto con «Dio». Queste pratiche comprendono:
Alfabeto ebraico. Questa «scienza segreta» è stata preservata dall'antichità fino al tempo presente da una fratellanza spirituale che avanza individualmente nei vari stadi di miglioramento intellettuale e nella buona conoscenza della saggezza segreta, da «eletto» ad «adepto», da «saggio» ad «adepto nella grazia». Afferma la Jewish Encyclopedia: «Kabbalah [...]. Questo termine designa la dottrina esoterica o mistica riguardante Dio e l'Universo, che si dice sia scesa come rivelazione ai santi eletti da un lontano passato, e preservata unicamente da pochi privilegiati. Dapprima, essa consisteva solamente in un sapere empirico, presunto, che assunse, sotto l'influenza della filosofia neoplatonica e neopitagorica, un carattere speculativo. Nel periodo geonico (IX secolo d. C.) essa entrò a far parte dei testi della Mishnah, come il "Sefer Yetzirah", e formò l'oggetto dello studio sistematico dell'eletto, detto "mekubbalim" o "ba'ale ha-Kabbalah" ("il possessore" o "l'esperto nella Kabbalah"). In seguito, esso ricevette il nome di "maskilim" ("il saggio"), dal passo di Daniele 12, 10. Inoltre, la Kabbalah viene chiamata "Hokmah nistarah" ("la saggezza ignota"), le cui iniziali ricevono il significato "adepto in grazia" (Qo 9, 11)». Magia cabalista. Note 1 Traduzione dell'originale inglese Cabala's Pagan Origins, a cura di Paolo Baroni. Scritto reperibile alla pagina web 2 Cfr. H. P. Blavatsky, Theosophical Glossary («Glossario teosofico»), pag. 168. 3 Cfr. F. Lenormant, Chaldean Magic: Its Origin and Development («La magia caldea: le sue origini e sviluppo»), pagg. 29, 43. 4 Cfr. M. Jastrow, The Religion of Babylonia and Assyria («La religione di Babilonia e dell'Assiria»). 5 Cfr. W. Anz, Die Frage nach dem Ursprung des Gnostizismus («Il problema dell'origine dello gnosticismo»), pag. 98. 6 Cfr. H. P. Blavatsky, op. cit., pag. 167. |
sábado, 7 de mayo de 2016
le origini pagane della kabbalah
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